Nata nel cuore del “triangolo d’oro” delle auto sportive italiane, Maserati ha sempre unito genio tecnologico e battute d’arresto finanziarie. Storia di un sopravvissuto.
Questa storia inizia alla fine dell’800, a Voghera, in provincia di Pavia. Nella famiglia di Rodolfo Maserati, cheminot, nacquero sei figli: Carlo, Bindo, Alfieri, Mario, Ettore ed Ernesto. Appassionato di automobili fin da piccolo, il primogenito Carlo lavorerà, logicamente, alla Fiat, poi passa alla Isotta-Fraschini, alla Bianchi, alla Junior… Carlo morì nel 1910, ma il virus meccanico aveva già contagiato i fratelli: Al-fieri si distinse come meccanico e pilota all’Isotta-Fraschini, dove presto lo raggiunsero Bindo ed Ettore.
Gli inizi
Primo avvallamento
Nuovo inizio
Sotto la guida dei nuovi capi, Maserati sta riscuotendo un rinnovato successo. In particolare negli Stati Uniti, dove un 8 CTF vinse la 500 Miglia di Indianapolis nel 1939 e nel 1940! USA, Europa, Sud America: il Tridente si prende tutto. Al volante ci sono piloti leggendari: Villoresi, Farina, Ascari, Fangio… Fu così che nel 1946 venne commercializzata la prima vera Maserati “stradale”: la A6, una berlinetta firmata Pininfarina e spinta da un 6 cilindri da 1,5 litri.
Nuovo declino
Sul piano sportivo, invece, le cose si complicano. Ora è l’Alfa Romeo a regnare sovrana nel campionato di F1 creato nel 1950. Gli Orsi assumono l’ingegnere che ha disegnato l’Alfa 158 e che per loro realizza la A6GCM, poi la A6G-CS, che tornano al successo. Successo che, ancora una volta, è disponibile su strada con il famoso A6G 54. Maserati lotta in prima linea, torna Fangio e gli anni sono passati a lottare duramente sui circuiti. Nel 1957 il Tridente corse in due campionati: Sport e Formula 1. Fangio guida la 250 F da 290 CV e vince il titolo mondiale. Ma a fine stagione è il colpo di scena: la Maserati si ritira dalla competizione e si ritrova sotto il controllo giudiziario!
La sublime 3500 GT salverà il segno della precisione. Prodotta in 2.000 esemplari, ebbe un grande successo negli USA e segnò il riorientamento della Maserati dalle corse alle corse su strada. Nel 1959 esce la 5000 GT, con il suo motore V8 da 5,0 litri da 350 CV. Originariamente progettato per lo Scià dell’Iran, è stato esposto al Salone di Milano.
Dolce Vita
Nel 1963 Maserati fa da precursore: nasce la Quattroporte che, come suggerisce il nome, fu la prima vettura sportiva a quattro porte (V8, 260 CV). Tornando alle origini, il marchio sta cercando di tornare sui circuiti. La Tipo 60 e la Tipo 61 – con il loro telaio tubolare che le è valso l’appellativo di “gabbia” – hanno vinto alcune gare. Ma la Tipo 151 non riuscì a vincere la 24 Ore di Le Mans. Siamo decisamente passati dalle corse alla dolce vita. Sebring, Mistral, Mexico, Ghibli, Dayton e altre Indy hanno poi forgiato il mito dello sporty chic italiano. Nel 1971 la Bora, con motore centrale esposto a Ginevra e la Merak, poi la Khamsin con motore V8 da 5 litri nel 1973 hanno permesso ai designer italiani di far girare la testa a tutti.
Nuovo crash, nuovo salvataggio
Ma, ancora una volta, Maserati è al verde in pieno svolgimento. Nel 1968 la Orsi vendette la Maserati a… Citroen. Da questa improbabile unione nascerà la mitica Citroën SM, disegnata da Alfieri, con motore V6 da 2,7 litri. Ma il genio meccanico italiano non è solubile nel gusto dei francesi per l’idraulica. Questo è il fallimento e nel 1975 Citroën mette in liquidazione la Maserati. Le autorità pubbliche italiane e Alessandro De Tomaso, ricco industriale argentino già proprietario dei marchi Moto Guzzi e Benelli ed ex pilota Maserati, sono intervenuti in aiuto del gioiello transalpino. Nasce così, nel 1976, il Kyalami. Negli anni ’80 arrivarono i “Biturbos” meno costosi, ma efficaci. Con il suo 6 cilindri da 2 litri e i suoi due compressori che le permettevano di raggiungere i 215 km/h, la Biturbo divenne addirittura l’auto presidenziale italiana.
Nel 1983, desiderando produrre un’auto di alta gamma, Chrysler ha collaborato con Maserati per sviluppare il capo Chrysler della Chrysler TC (Touring Convertible) Lee Iacocca ha investito 35 milioni di dollari nell’avventura… che si è rivelata breve. Nel 1987 Chrysler lasciò la nave e anche De Tomaso. Fu la Fiat che acquistò il Tridente e tentò di avvicinare le due storiche rivali, Maserati e Ferrari, insieme. Senza un vero successo fino a quando, nel 1997, è finita… unire i due. La Maserati perse lì la sua anima, rimanendo sinonimo di lusso sportivo, “GT all’italiana” senza però trovare un vero successo commerciale. Tanto che Sergio Marchionne più volte ha fatto girare la voce di una rivendita.
Il futuro
Oggi il marchio è composto dalla Quattroporte, affiancata dalla GranTurismo e dalla GranCabrio al fianco delle potenti ed eleganti GT. A loro si sono aggiunti il Levante, SUV declinazione dei valori chic e sportivi del marchio, nonché la Ghibli, il cui ruolo di vettura “chiamata” è quello di attirare nuovi clienti nel marchio grazie al suo prezzo. Il futuro ? Dopo diversi anni di scarsità, il cielo sembra
finalmente si è chiarito e il Gruppo FCA ha nuove ambizioni per il Tridente. E stiamo lavorando sodo per ampliare l’offerta: oltre alla commercializzazione delle versioni “Royale” delle sue Quattroporte, Levante e Ghibli, Maserati annuncia di aver iniziato a testare il suo primo propulsore 100% elettrico nel nuovissimo Innovation Lab di modenese. E poiché, senza il magnifico concerto dei suoi meccanici, una Maserati non sarebbe davvero una Maserati, gli acustici stanno lavorando su un suono specifico che consentirà ai futuri piloti Maserati elettrici di assaporare le gioie del comfort e delle prestazioni del Tridente. suono unico
ed inimitabile. Le nuove Gran Turismo e GranCabrio, prodotte a Torino, saranno le prime ad adottare i motori elettrici.
Oggi Maserati entra in una nuova era con la MC20, una nuova supercar che unisce carattere sportivo e stile unico. Citiamo anche la Ghibli Hybrid, la nuova ibrida del marchio con il Tridente, e le collezioni Trofeo, che equipaggiano Ghibli, Levante e Quattroporte con un motore V8 Twin Turbo da 3,8 litri che sviluppa 580 cavalli.
AMATO DAI PILOTI SVIZZERI
Anche i piloti svizzeri si sono distinti al volante della Maserati. Negli anni ’50 Emmanuel “Toulo” di Graffenried gareggiò in diversi Gran Premi al volante di una 4CLT tipo 48 del team Platé nel 1950, una 4CLT che ritrovò nel 1952 dopo un periodo con l’Alfa Romeo. Nel 1953 fonda la scuderia Baron de Graffenried e si allinea con una Maserati A6GCM. Interpreterà il sostituto di Kirk Douglas nel film “The Infernal Circle” nel 1955 e concluderà la sua carriera nel 1956 al volante di una Maserati 250F per la Scuderia Centro Sud.
Benoît Musy corse anche privatamente con un A6GCS/53 nel 1954, un 300S nel 1955 e un 200S con il quale, purtroppo, si uccise nel 1956 a Montlhéry.
Più recentemente, l’ex campione svizzero di Formula 3 Anthony Sinopoli è riuscito a issare sul podio dello storico GP di Monaco 2018 un magnifico 6CM/4CM del 1936 perfettamente restaurato, dopo una lotta antologica. E senza il minimo problema tecnico…