Moto Guzzi festeggia il suo centenario

Per celebrare questa ricorrenza decine di migliaia di appassionati da tutto il mondo converranno nel loro capoluogo preferito, il comune di Mandello del Lario sulle sponde del Lago di Como. Per tre giorni, dal 9 al 12 settembre, Moto Guzzi, il Comitato Motoraduno Internazionale e il Comune si promettono di organizzare “un evento unico e indimenticabile”. Per l’occasione e per tutto il 2021, l’intera gamma Moto Guzzi è proposta in un’esclusiva edizione “special Centenario”, ispirata al mitico “otto Cilindri racer”.

UNA STORIA TUMULOSA GUIDATA DALLA PASSIONE

Il simbolo [eltdf_dropcaps type=”normal” color=”” background_color=””]dell’aquila[/eltdf_dropcaps] risale al servizio militare dei fondatori dell’azienda, Carlo Guzzi e Giorgio Parodi, nel ramo aeronautico della Regia Marina durante la prima guerra mondiale. Fu durante la guerra che i due amici, insieme al pilota Giorgio Ravelli, decisero di avviare la produzione di motociclette, terminato il conflitto. Ravelli rimase ucciso in un incidente nel 1919 e non riuscì mai a realizzare il suo sogno. Per questo Guzzi e Parodi hanno scelto l’aquila come simbolo per ricordare la loro compagna. In questo secolo il marchio vince 14 titoli mondiali, 11 titoli del Tourist Trophy tra il 1935 e il 1957 e 15 titoli mondiali di velocità con il V8 di Giulio Cesare Carcano, raggiungendo nel 1955 i 285 km/h. Per non parlare dell’impresa compiuta nel 1928 da Giuseppe Guzzi che raggiunse il Circolo Polare Artico sulla sua GT “Norge”. Comprendiamo quindi che il suo nome risuona in tutto il pianeta e che equipaggia molte forze di polizia, compreso il corpo d’élite incaricato di scortare il presidente italiano. Nonostante ciò, superare questo periodo turbolento non è stato privo di insidie, e l’azienda con l’aquila è passata nelle mani di diversi proprietari, tra cui De Tomaso Industries nel 1972, Aprilia nel 2000 e infine Piaggio nel 2004, che ora le assicura un’accogliente stabilità . Per andare avanti, Moto Guzzi ha sempre saputo coniugare capacità di innovazione, audacia, spirito di competizione, nonché una meticolosa attenzione alla qualità della produzione. Qualità che conferisce alle sue moto una riconosciuta affidabilità. Roberto Colaninno, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Piaggio, ha dichiarato: “E’ entrato nella storia del nostro Paese senza mai perdere il suo spirito giovanile, e continua a ispirare vera passione tra migliaia di motociclisti Guzzi in tutto il mondo.”. loro stessi fedeli vi diranno che “provare una Moto Guzzi è volerla acquisire”.

L’immobile “Verte Rive” è stato mantenuto in uno stato molto vicino al suo stato originario. È mantenuto con cura e una certa devozione dall’intendente del patrimonio, il signor Thierry Christinat, sottufficiale sottufficiale di mandato. Ne consegue che la nostra intervista è stata ben presto immersa in una certa intimità con questo illustre personaggio a cui gli svizzeri erano molto affezionati. Anche se la parola non era ancora integrata nel nostro vocabolario, traduce questo sentimento, sia venato di rispetto che di gratitudine nei confronti di quest’uomo, piuttosto piccolo rispetto a un acciaio che la dice lunga sulla sua determinazione.

LA MECCANICA SEMPRE IN PRIMO PIANO

Fin dall’inizio, ogni motocicletta Moto Guzzi è stata costruita nello stabilimento di Mandello del Lario con cura artigianale e impegno per un’identità unica e autentica, bilanciando sapientemente lo stile classico Moto Guzzi con la tecnologia all’avanguardia. Già nel 1921 il marchio era innovativo con un albero a camme in testa a quattro valvole, e lo è ancora oggi con i dispositivi di controllo elettronico.

LA LEGGENDA ETERNA

Non si può parlare di Moto Guzzi senza citare la Guzzi 850 Le Mans del 1976, diventata leggenda. Giulio Cesare Carcano aveva sviluppato il suo ormai famoso bicilindrico V7 costruito perpendicolarmente alla strada, con trasmissione cardanica. L’unione di un ottimo motore con un telaio rigoroso, sviluppato da Tonti, farà di questa moto un grande successo. La sua architettura a V di 90° diventerà il simbolo del marchio di Mandello, che continuerà a svilupparla fino ai giorni nostri, per equipaggiare la gamma V7, le V9 Roamer e Bobber, e la Grand Tourer V85TT. Ora non ti resta che salire sulla tua cavalcatura per partecipare a questo pellegrinaggio che si preannuncia unico e ricco di eventi! Troverai tutte le informazioni sulla grande festa, le “Giornate Mondiale Moto Guzzi” sul sito www.motoguzzi.ch

Nonostante ciò, va ricordato che Henri Guisan fu designato “generale” dall’Assemblea federale un mese prima del suo ritiro dalla carica di comandante di corpo. Prima di passare in rassegna le sue auto, prendiamoci qualche istante per ascoltare Maurice Decoppet: “Quando era a casa sua a Pully, pedalava per due ore al giorno, fino a Saint-Sulpice, cioè 16 km, tranne la domenica che era più dedicato alle visite familiari. A volte portava la sua macchina privata, una Vauxhall, a fare un giro con sua moglie. »

Il rapporto del Generale con l’automobile è soprattutto un rapporto di servizio. Durante il conflitto, ha usato solo due auto per i suoi viaggi ufficiali. I suoi due cavalli, Nobs e Dioskur, mezzosangue di campagna, sono i suoi compagni di viaggio personali preferiti. Da notare che il generale non era mai molto lontano dal suo quartier generale, quindi il contatto diretto, se necessario, era molto rapido. Per l’aneddoto, la Confederazione, in uno sfogo di rara generosità, ha offerto al Generale due anni di foraggio alla fine del conflitto. Siamo decisamente molto lontani dagli eccessi attuali.

Carlo Guzzi (col cappello), Stanley Wood (pilota), Giorgio Parodi

Per andare avanti, Moto Guzzi ha sempre saputo coniugare capacità di innovazione, audacia, spirito di competizione, nonché una meticolosa attenzione alla qualità della produzione.

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