Iniziata in un garage di legno, l’avventura di Honda ha rivoluzionato l’industria motociclistica e automobilistica. Per più di 70 anni, l’azienda ha costruito il suo impero sui motori termici. Oggi va elettrico.
Il 17 novembre 1906, in un piccolo villaggio chiamato Komyo, nacque un bambino chiamato alla fama mondiale. Il suo nome ? Honda. Soichiro Honda. Già da adolescente era appassionato di meccanica e assisteva il padre, meccanico di biciclette. Ma Soichiro vede più lontano, più grande e, soprattutto, più veloce. Nel 1925 aiutò a costruire auto da corsa e divenne pilota. Ma la sua carriera viene interrotta da un grave incidente. Non importa, soddisferà il suo virus della velocità in un altro modo…
Nel 1937 fondò la sua prima azienda, la Tokai Seiki Heavy Industry Co. Ltd., specializzata nella produzione di fasce elastiche che vende, tra gli altri, a… Toyota. Di notte, studia metallurgia, perfeziona in tutte le tecniche. La guerra porrà fine a questo primo tentativo. Ma Soichiro non è un uomo da scoraggiare. Nel 1946, nel mezzo della depressione, fonda l’“Honda Technical Research Institute”, un nome carino, anche se un po’ pomposo per… una cabina di legno. Ma se non ha soldi, la Honda ha delle idee. Come acquistare 500 motori di generatori dell’esercito in eccedenza e installarli su biciclette. Nasce il primo veicolo Honda – Tipo A –, sarà un successo!
Forte di questo successo, nell’ottobre del 1948 fondò la Honda Motor Co. ltd. Questo è l’inizio di un’avventura che rivoluzionerà la storia dell’automobile. In un primo momento, con l’aiuto del suo socio Takeo Fujisawa, Soichiro Honda ha commercializzato le sue biciclette a motore su larga scala e nel 1952, appena un anno dopo la produzione in serie della Dream, la prima vera motocicletta Honda, inizia ad esportare. Nuova card che vedrà Honda diventare per molti anni la casa motociclistica numero uno al mondo. Nel 1959 realizza uno dei suoi più grandi sogni: un team motociclistico Honda partecipa al famoso Tourist Trophy sull’Isola di Man. Fallimento. Due anni dopo, è la consacrazione: Mike Hailwood vince il TT, nelle categorie 125 e 250, in sella alla Honda.
Soichiro sta già pensando al prossimo futuro: costruire le sue auto. Nel 1963, 15 anni dopo le prime biciclette a motore, nacquero la S500 – una piccola roadster a due posti – e la T360 – una sorta di “mini pickup”. Ma come per la moto, Honda sogna le auto da corsa che portano il suo nome. Nel gennaio 1964, la Honda annunciò il suo desiderio di partecipare alle gare di F1. Otto mesi dopo (!) la RA271 compie i suoi primi giri al GP di Germania corso al Nürburgring. Fallimento. L’anno successivo, la RA 273 con motore V12 guidata da Richie Ginther vinse il GP del Messico. O come imparare dai tuoi errori.
Quando si tratta di meccanica, la Honda non ha eguali.
La stessa Honda: “Senza le corse, la Honda non è niente”, il primo slogan del marchio è “Prima l’uomo, poi la macchina”. Designer geniale, meccanico nel cuore, Honda pensa soprattutto a realizzare veicoli per le persone. Lanciata nel 1967, la N360 sarà la sua prima city car tradizionale. Traccerà il percorso di un modello leggendario che esiste ancora: la Civic, varata nel 1972. Compatta, a trazione anteriore, è L’auto giusta al momento giusto. Dopo questo colpo da maestro, Soichiro Honda e Takeo Fujikawa si stanno ritirando meritatamente, dopo 25 anni alla guida della Honda Motor Co.
L’azienda continuerà gli sforzi del suo fondatore. E creerà una reputazione unica che lo vedrà diventare il principale produttore mondiale di motori. Motori per auto e moto, ma anche per barche, tosaerba, gruppi elettrogeni e persino ventilatori per gonfiare mongolfiere. Quando si tratta di meccanica, la Honda non ha eguali. Nel 1975, l’azienda lanciò il motore CVCC, la cui combustione era così efficiente da non aver bisogno di un catalizzatore. Nel 1989 arriva il motore VTEC, più potente e meno goloso. Ci sarà ancora l’iniezione PGM-F1, derivata direttamente, come suggerisce il nome, dalla F1 dove la Honda ha fatto una clamorosa rimonta e sta sorvolando i dibattiti con le famose McLaren-Honda di Prost e Senna. Poi l’ibrido Insight nel 1999, il primo diesel nel 2004, l’idrogeno FCX nel 2008…
Qua e là, il catalogo si arricchisce anche di un piccolo gioiello che risale alle radici sportive, come la CR-X coupé del 1983, la NSX del 1990 o la sublime S2000 del… 2000: una decappottabile dall’atmosfera suggestiva motore di 2 litri che sviluppa 240 cavalli. Con una S per ricordare le prime S500 ma anche, si dice, come Claude Sage, il fondatore di Honda Svizzera, che “spinse” enormemente affinché il 50° anniversario del marchio fosse commemorato con un modello eccezionale.
Non dimentichiamo di citare qui il piccolo robot Asimo, o l’Honda Jet che è stato anche ambasciatore del know-how tecnologico del marchio. Ma oggi, a oltre 70 anni, Honda sta probabilmente raggiungendo una delle pietre miliari più importanti della sua storia con il lancio della Honda-e. Il più grande produttore mondiale di motori a combustione entra ufficialmente nell’era dell’elettricità e della connettività. Con, un nuovo colpo da maestro: questa piccola city car lunga nemmeno 4 metri (3m89) sfoggia un look unico, ha attrezzature per rendere verde d’invidia una limousine di lusso ma, soprattutto, si trasforma in un fazzoletto tascabile grazie alla sua trazione posteriore che gli conferisce un comportamento eccezionale in città. Comportamento eccezionale e… sportivo. Honda non nega nulla. Né la sua professione di fede – “la forza dei sogni” – né, soprattutto, la sua anima.